Tradizione di Mogoro

Tradizione di Mogoro nella realizzazione di tappeti ed arazzi sardi.

Testimonianze storiche ci dicono che ancora nella prima metà dell’ottocento a Mogoro lavoravano oltre 600 telai: più di uno per famiglia. È dunque facilmente comprensibile quanto questo piccolo centro dell’oristanese sia capillarmente imbevuto della cultura del tessere.

Oggi si lavora fuori dall’ambito domestico, tuttavia le artigiane che hanno raccolto il testimone utilizzano esattamente gli stessi materiali, le stesse tecniche, gli stessi strumenti di sempre. Ciò che è cambiato è il modo di porsi davanti all’opera da eseguire. La tessitrice non procede più esclusivamente sulla scorta degli insegnamenti materni o del costume domestico, ma col sostegno di un più ampio e colto recupero della tradizione.

Alla base c’è quindi uno studio filologico che mette insieme, confronta e sceglie il meglio di ciascuna consuetudine familiare, di ciascun reperto conservato, di ciascun segreto tecnico. In questo modo ha potuto continuare la lavorazione di generi particolarmente pregevoli e di difficile esecuzione. Per esempio gli arazzi, un tempo realizzati anche nei paesi vicini e oggi vanto pressoché esclusivo di Mogoro, eseguiti “a bagas” (decorazioni in lanette colorate e filo d’oro e d’argento eseguite con le mani durante l’avanzare della tessitura e battute ad ogni passaggio dal pettine del telaio). Questa particolare tecnica, laboriosissima, consente la riproduzione di figure anche molto complesse, con il risultato di una tessitura preziosa, ricca e compatta. Ma l’altra sua specificità è che favorisce più di ogni altra le qualità individuali, permettendo un’espressione artistica più sottile, libera e articolata. È anche per questo che a Mogoro la tradizione prosegue senza fossilizzarsi nella ripetizione o scadere nel folklore.

Ma anche nei tappeti e nelle altre tessiture la composizione è originale, ricca e densa di motivi decorativi. Sia operati a rilievo, come ad esempio nei tappeti “a pibiones*”, alcuni realizzati con complesse combinazioni di filati colorati. Sono infatti caratteristiche della tradizione locale le gioiose esplosioni floreali, capaci di sottrarsi, pur nella stilizzazione geometrica, agli schematismi rigidi più tipici di altre zone della Sardegna.
Fedeli rappresentazioni delle brevi primavere che ogni anno colorano le colline intorno al paese.

 

* Pibiones: termine dialettale usato per indicare i grani aggettanti creati da un filo supplementare di trama che, fatto passare attraverso i fili dell’ordito, viene avvolto in una verghetta metallica che ne consente l’innalzamento rispetto alla superficie del tessuto.

Il termine Pibiones ha come significato “acini d’uva”.

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